Il fulcro di tutta la produzione è il Mare del Gargano con le sue acque uniche ed irripetibili: Dalla Foresta
Umbra sgorgano proprio al centro del Golfo le sorgive, la famosa “Acqua di Cristo”, acqua dolce e fredda che aiuta la riproduzione di tantissime specie, non da ultimo le seppie. Siponto, deriva il suo nome da “Sipia Pontum”, il mare delle Seppie.
Ed è così che la famiglia si mette a studiare storia, geopolitica e tradizioni: la consultazione del saggio la Fisica Appula di Padre Manicone e gli scritti di Plinio, la valorizzazione della memoria della buon’anima di Donna Rita de Cristofaro, antesignana dell’acquacoltura a Manfredonia alla fine degli Anni’70 e custode della memoria del saper fare.
Proprio quel sapere fare le reti, saper amare il mare, saper leggere le onde ed i passaggi dei cavallucci, le alghe spiaggiate, nutrire la terra con i frutti del mare: alghe per fertilizzare gusci per rendere le uova più sode tutto quello che i marinai della tradizione hanno imparato a leggere in Natura e a rispettare.
Il gruppo Cariglia ha preso tutto questo patrimonio di sapere e lo ha innovato creando un modello di business sostenibile e replicabile: quante infrastrutture abbondonate si prestano a diventare centrali di captazione e riproduzione come il Porto Alti Fondali? E quanto si può fare con gli scarti di lavorazione, quanto di può ottenere per esempio con l’estrazione dei principi attivi da alghe, spugne, pesce di basso valore sui mercati ma di grande opportunità per le filiere versi.
Ed è su questa idea di valorizzazione del mare e di innovazione della tradizione che il Consorzio Gargano Pesca ha creato le sue prime filiere per lo sviluppo sostenibile: tutto certificato da enti terzi come Antibiotic Free e Bio. Tutto reso modello disponibile per raggiungere gli obiettivi delle Nazini Unite: Zero Fame e Vita sott’acqua: in altri termini crescita blu.